Opera sant’Antonio

Panoramica

  • Data di Fondazione 01/01/1900
  • Posizioni aperte 0
  • Causa Assistenza socialeReinserimento lavorativoSpreco Alimentare e Fame nel mondo
  • Tipo di Entità Ente Non Profit

Descrizione

Opera sant’Antonio – realtà attiva in ambito sociale dei Frati Minori Cappuccini dell’Emilia-Romagna – nasce il 13 gennaio 2001 quando, negli stessi spazi dove ancora oggi si trova, vengono distribuiti i primi 7 pasti a persone in difficoltà. A cucinarli, aiutato da alcune persone legate al convento dei Frati Cappuccini di Rimini, fra Lazzaro Francesco Corazzi, arrivato a Rimini dopo essere stato guardiano a Forlì, dove era il responsabile di una mensa. È sua l’idea di aprire le porte del Convento a chi ha necessità, cercando di farsi loro vicino, offrendo innanzitutto un pasto caldo.

Quella che era la stalla del convento viene così trasformata, con il permesso della Soprintendenza delle Belle Arti: salone con tavoli, sedie, cucina industriale, cella frigo, bagno, spogliatoio… l’Opera sant’Antonio inizia a prendere forma.

Nel giro di un paio di mesi, si arrivano a distribuire 35 cene al giorno, solo con il passaparola tra le persone. Oggi si distribuiscono una media di 170 pasti ogni sera, circa 55.000 ogni anno.

Sin da subito, alla mensa vengono affiancati altri servizi, per poter essere a fianco ai bisognosi anche in quelle esigenze elementari che la povertà non permette di dare per scontate: non solo mangiare, ma anche farsi la doccia e cambiare la biancheria; avere le medicine di cui si ha necessità; non essere lasciati soli.

Nel corso degli anni, Opera sant’Antonio cresce, sia per il numero di ospiti accolti, sia per il numero di volontari impegnati. Sono loro, infatti, circa una sessantina, il cuore dell’Opera, che portano avanti affiancati dai frati che negli anni si sono succeduti nel Convento: fra Lazzaro, fra Giorgio, fra Salvatore, fra Vittorio, fra Carlo. I volontari recuperano il cibo che diverse realtà del territorio mettono a disposizione della mensa; cucinano; trattengono i rapporti con l’Amministrazione comunale e le altre associazioni; fanno i turni per tenere aperti i diversi servizi; accolgono e si prendono cura degli ospiti; trovano soluzioni alle necessità particolari.

Come durante la pandemia del Covid quando, per quasi due anni, hanno dovuto interrompere quasi tutte le attività, continuando però a dare da mangiare a chi ne aveva necessità sostituendo la mensa con la distribuzione di una borsina con prodotti alimentari, senza interrompere il servizio neanche un giorno.

Dal 2015, due volte al mese, vengono consegnati a circa 70 famiglie i pacchi spesa, cassette piene di alimenti, per aiutarne il sostentamento quotidiano.

Mentre nei primi anni l’accesso alla mensa e agli altri servizi era più libero, ora, anche per l’aumentare dei numeri, è previsto un colloquio iniziale al centro di ascolto, attivo tre giorni a settimana. Un momento non solo amministrativo-burocratico per rilasciare una tessera nominativa che permette di fruire gratuitamente dei servizi di Opera sant’Antonio, ma soprattutto un momento per accogliere, ascoltare e accompagnare.

Ad oggi, sono 13.000 le tessere distribuite. Sono 13.000 le persone che hanno trovato in Opera sant’Antonio un aiuto.

Oggi, dopo poco più di vent’anni dalla nascita, Opera sant’Antonio vive un momento di rilancio. Non solo con nuovi tavoli e nuove sedie, con un nuovo logo e un nuovo sito, ma anche la volontà di far fiorire sempre più il giglio della carità, trovando nuove modalità per essere a fianco dei più bisognosi.