Parlaci di te! Come iniziare un colloquio di lavoro nel modo migliore

Parlaci un po’ di te.. È così che, quasi sempre, inizia un colloquio di lavoro in una organizzazione non profit.  Attraverso la risposta, hai la possibilità di condividere con il recruiter tutte le informazioni che ritieni opportune. Ma, soprattutto, è l’occasione per iniziare con il piede giusto.

Proviamo a darti qualche consiglio.

 

Rispondi sinceramente

Inizia riepilogando le tue esperienze professionali e la tua formazione. Racconta al recruiter cosa hai realizzato nei precedenti lavori, ma soprattutto quali sono i tuoi obiettivi.

Puoi lasciare anche uno spazio finale per raccontare qualcosa di più personale: passioni, hobby o aneddoti. Ma ricorda: sei a un colloquio di lavoro. Quindi non esagerare, e lascia a questa parte in pochi secondi. Insomma, consideralo un orpello.

In linea di massima i recruiter fanno questa domanda per rompere il ghiaccio. Ma soprattutto perché vogliono testare le tue capacità nell’esposizione e nell’autovalutazione. Quindi non c’è una risposta giusta: si tratta di una di quelle poche circostanze in cui la forma è più importante della sostanza.

 

Ciò che devi evitare

Anche se il contenuto è meno importante della sua esposizione, ci sono dei comportamenti assolutamente da evitare:

  • dichiararsi troppo qualificati;
  • ammettere di essere inadatti;
  • dimostrare di non conoscere bene l’organizzazione per la quale ti stai candidando;
  • non essere preparati sul ruolo che si dovrebbe ricoprire;
  • focalizzarsi eccessivamente sui propri difetti;
  • concentrarsi sulle esperienze professionali più negative.

In poche parole, racconta il tuo lato che possa trasmettere il più possibile positività.

 

Arriva preparato

Sebbene ogni colloquio sia diverso dagli altri, <<parlaci di te>> è una domanda che ti faranno ovunque. Quindi: preparati bene la risposta. Sapersi descrivere, significa trasmettere consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e delle proprie debolezze. E questa è una soft skills universale, per qualsiasi posizione.

Ovviamente, dovrai avere un pizzico di malizia e adattare la tua descrizione a ciò che pensi sia l’interesse dell’intervistatore. Attenzione, adattare non significa mentire, semplicemente vuol dire scegliere cosa raccontare e cosa no. Ad esempio, stanno cercando una persona giovane? Pensi che possano desiderare un approccio formale? Ecco, cerca di capirlo.

Quindi:

  1. studia bene la vacancy e cerca di capire qual è il profilo attitudinale più adatto alla posizione;
  2. informati bene sull’organizzazione, quanto è grande, quanti dipendenti ha e quali sono i progetti di punta;
  3. seleziona le informazioni utili;
  4. esercitati nella risposta;
  5. chiedi un feedback a chi ti conosce bene, magari provando una simulazione.

 

Organizza la risposta

Tempo massimo: 2 minuti. Ma come organizzarli? Quello che ti consigliamo è di dividere idealmente la risposta in 2 parti.

  1. Perché sei la persona giusta per questo lavoro. In altre parole, perché la tua esperienza professionale ti rende più qualificato di altri a ricoprire questo ruolo. Non si tratta di fare un semplice elenco delle tue esperienze passate, per quello c’è il curriculum. Piuttosto, prova a rendere discorsivo ciò che nel CV è riassunto in punti. Una bella sfida, no?
  2. Perché ti sei candidato. Obiettivi, ambizioni, voglia di stimoli maggiori. Tutto ciò che ti spinge a voler lavorare per quella specifica organizzazione. Evita, in questo caso, di puntare su motivazioni personali, come la vicinanza a casa o la comodità di raggiungere l’ufficio con i mezzi pubblici: probabilmente ti scarteranno. Allo stesso modo, non parlare male del vostro vecchio datore di lavoro o dell’organizzazione nella quale sei ancora impiegato.

 

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