Millennials: qualche consiglio se state intraprendendo una carriera nel non profit

Molti si sono laureati nel periodo della grande crisi economica del 2008. Inoltre, si sono trovati di fronte a un’asimmetria tra le aspettative di carriera, promesse dalla generazione dei loro genitori, e uno scenario decisamente più difficile.

Stiamo parlando dei Millennials, ovvero coloro che sono nati tra il 1980 e il 2000. Una generazione che ha vissuto il grande cambiamento del mercato del lavoro e la rivoluzione dei paradigmi. Coloro che, per primi, si sono trovati a mettere in discussione il totem del posto fisso, per abbracciare (loro malgrado?) il nuovo concetto di flessibilità.

Ma nelle difficoltà, si può trovare anche la forza di migliorare. Ed ecco perché vogliamo provare a darvi qualche consiglio, se siete Millennials e state cercando di trovare un vostro spazio nel mondo del lavoro nel non profit.

 

Non cercate necessariamente il lavoro perfetto

Soprattutto all’inizio. La costruzione di una carriera è fatta soprattutto di ricerca. Se vi aspettate, subito dopo la laurea, di trovare un lavoro che sia totalmente appagante, rischiate di rimanere delusi. La causa principale dell’infelicità, infatti, è proprio la frustrazione di vedere disattese le proprie aspettative.

Ciò avviene soprattutto se tale asimmetria si manifesta per motivi che sono al di fuori del vostro controllo.Tale frustrazione, inoltre, aumenta se si considera che stiamo parlando di una generazione altamente formata, probabilmente di più rispetto a quelle precedenti.

Tuttavia, gli ostacoli sono causa di infelicità solamente se ci si ferma. Entrate nell’ottica che c’è sempre da imparare, anche da condizioni difficili. Tutto è esperienza. Per questo motivo, se il vostro primo lavoro non vi soddisfa, provate a porvi degli obiettivi a medio termine. Non rinunciate immediatamente e, prima di provare cambiare, cercate di imparare tutto ciò che potete.

Nella peggiore delle ipotesi arricchirete il vostro curriculum. Nella migliore, potreste scoprire che non è poi così male.

Nel frattempo, non smettete di cercare. Se il vostro lavoro non vi soddisfa, cercate opportunità altrove. Oppure cercate di capire se all’interno dell’organizzazione ci sono sviluppi per altri profili.

 

Il networking non è solo social

I Millennials sono stati la generazione che ha partecipato – e subito – la rivoluzione della comunicazione digitale. Ciò ha sicuramente dei vantaggi. Le skills digitali e le competenze in ambito tecnologico, sono sicuramente un valore aggiunto. Così come la capacità di essere professionisti sempre più multitask.

Tuttavia, ogni medaglia ha due facce e consumare le relazioni umane esclusivamente dietro lo schermo di un device è il rischio più pericoloso.

Partecipate attivamente alle attività della vostra città: frequentate corsi in aula, partecipate a eventi o fate volontariato. Vi permetterà di conoscere realmente molti professionisti del non profit e confrontarvi direttamente con loro. Allo stesso tempo, potrete farvi conoscere, in maniera decisamente più approfondita.

Insomma, la vostra reputazione online è importante. Ma da sola non basta se non siete in grado di trasferirla anche nel mondo reale.

 

Non peccate di presunzione

È vero, quella dei Millennials è la generazione dei Master e dei corsi di specializzazione.

Ma se la specializzazione è importante, da sola non basta. Quando entrate nel mondo del lavoro, scoprirete che qualche vostro superiore, probabilmente, ha studiato meno di voi.

In questo caso, non partite prevenuti. Probabilmente ha diversi anni di esperienza alle spalle, che hanno sopperito alla sua mancanza di specializzazione. Ci sono molti bravi professionisti che hanno imparato il mestiere sul campo. Approfittatene per imparare da loro, invece di entrare in conflitto.

Per lo stesso motivo, vi consigliamo di affiancare la vostra formazione con esperienze pratiche: stage, tirocini, volontariato, SVE e Servizio Civile Nazionale. Master e università possono fornire un’ottima base, sulla quale costruire il vostro futuro con la pratica e il lavoro sul campo.

 

Non smettete mai di studiare

Come detto, formazione ed esperienza si completano. Se è vero che non dovete puntare tutto sulla vostra alta specializzazione, è altrettanto vero che, una volta trovato lavoro, dovete smettere di studiare.

Continuate a frequentare corsi, leggere libri e abbonarvi a riviste di settore. Fate il possibile per migliorare il vostro profilo professionale e imparate qualcosa di nuovo. Sappiamo che il mercato del lavoro è diventato sempre più flessibile: dovete essere pronti e reinventarvi in qualsiasi momento.

 

Il lavoro non è la felicità

Non riuscite a trovare il lavoro che avete sempre sognato? Non c’è nulla di male.

È vero: fare il lavoro che abbiamo scelto (e che ci piace) aiuta nella costruzione della propria felicità. Ma non è tutto. È solo uno dei tanti tasselli della nostra vita.

Se non riuscite a soddisfare tutto ciò che vi eravate prefissati, se svolgete un compito che non avete previsto o se avete dovuto ridimensionare le vostre aspettative, non buttatevi giù. Concentratevi, invece, su ciò che vi piace del vostro lavoro e sulla vostra vita al di fuori.

L’ambizione deve essere uno strumento per migliorarci, costantemente, non la causa della nostra infelicità.

 

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