Lavorare nel non profit: i vantaggi nello scegliere le piccole organizzazioni

Capita spesso che chi decide di intraprendere una carriera nel non profit si immagini ad operare in associazioni di grandi dimensioni, cui nome e reputazione sono riconoscibili in tutto il mondo. Eppure, la maggior parte delle attività del terzo settore vengono svolte da quella enorme galassia che è costituita da organizzazioni di piccole o medie dimensioni.

Sono le piccole onlus, che operano in contesti di nicchia e che agiscono in aree geografiche limitate, perseguendo missioni specifiche e localizzate. Si tratta di organizzazioni non profit i cui risultati sono tangibili e misurabili e portano sostegno immediato nella vita quotidiana degli utenti a cui si rivolgono.

Ma soprattutto, possono rappresentare il futuro del mercato del lavoro nel non profit. Perché come ha detto Valerio Melandri: “assisteremo sempre di più al protagonismo delle piccole associazioni e delle piccole cause

Vediamo, dunque, quali possono essere i vantaggi nel lavorare in piccole associazioni non profit, per poter crescere al meglio dal punto di vista professionale.

Prossimità

Che si tratti di un rifugio per animali randagi o un centro di formazione per minori, è possibile che gli ambienti di lavoro siano limitati nello spazio. In termini pratici, significa che, qualunque sia il vostro ruolo all’interno dell’organizzazione, opererete a stretto contatto con l’utenza.

In una grande organizzazione, ad esempio, l’ufficio comunicazione, difficilmente sarà fisicamente ubicato presso le strutture di accoglienza, ma i due ambienti di lavoro saranno separati. Non significa che gli operatori di grandi realtà siano meno appassionate del loro lavoro. Ma, lavorare a contatto diretto con i destinatari della vostra attività, vi porterà vantaggi in termini di gratificazione personale ed empatia.

Avrete inoltre la possibilità di conoscere di persona i sostenitori, i volontari e i donatori. Dal punto di vista della raccolta fondi, ad esempio, può rivelarsi un vantaggio: la conoscenza approfondita dei donatori vi permetterà di raggiungere migliori risultati in termini di personal fundraising.

Meno gerarchia

Strutture organizzative meno complesse, rendono il lavoro più snello e veloce. Niente scambi infinite di email e processi per gradi. Le decisioni vengono prese in maniera più rapida e con meno scontri derivanti da diversità di vedute o autorizzazioni mancate.

Ciò vi permetterà maggiore autonomia nel lavoro che svolgerete. Ma, soprattutto, vi farà sentire un anello importante nella catena decisionale.

Inoltre, il lavoro verrà organizzato in team più piccoli, in termini numerici. Ciò vi permetterà di conoscere a fondo i vostri colleghi, comprendere le loro esigenze e il loro modo di operare.

Oltre a creare legami umani più stretti, dal punto di vista personale, ciò permetterà di raggiungere gli obiettivi più velocemente. Relazionarsi quotidianamente con persone che via via si impara a conoscere, è molto diverso che confrontarsi con chi è riconoscibile solamente da un indirizzo email o un nickname di Skype.

Accorgersi della differenza

C’è una grossa differenza sulla percezione dei risultati raggiunti. Lavorare nelle piccole associazioni, vi farà sentire al centro del progetto. E soprattutto i vostri risultati saranno visibili e riscontrabili direttamente da voi.

Spesso chi lavora in realtà più strutturate può sentirsi un ingranaggio di una macchina più grande. E, pur avendo una forte motivazione, può correre il rischio di non sentirsi al centro del progetto, creando un senso di frustrazione.

Immaginate di essere occuparvi di project management per una grande Onp con sedi in tutta Europa e di curare progetti per diverse località, tra il Sud America e l’Africa. Difficilmente conoscerete i cooperanti e i volontari che vivono a migliaia di chilometri da voi. In compenso, il vostro ruolo verrà valorizzato dal punto di vista della professionalità. Difficilmente, infatti, vi verrà chiesto di svolgere altre attività, che non rientrano nella vostra mansione.

Ora, invece, pensate di svolgere lo stesso lavoro, ma per un’associazione che si occupa di disagio sociale in un determinato quartiere della vostra città. Incontrerete e vi rapporterete quotidianamente con tutti gli operatori. Potrete vedere con i vostri occhi i progressi o correggere in itinere eventuali difficoltà. In questo caso, tuttavia, dovrete saper adattarvi e svolgere ruoli che esulano dal vostro lavoro. Insomma, dovete essere camaleontici e multitasking.

Ovviamente, nessuna delle due prospettiva è quella giusta, in senso assoluto. Si tratta di trovare il proprio equilibrio e scegliere la condizione di lavoro più adatta alle proprie aspettative.

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