Volontariato all’estero? Alcuni consigli pratici per la vostra prima volta

Quale destinazione scegliere per fare volontariato all’estero? Cosa portare? Quali precauzioni prendere?

Sono le domande principali per chi, per la prima volta, decide di imbarcarsi in un’esperienza di volontariato all’estero. Se siete alle prime armi – e magari un po’ spaventati – vogliamo darvi qualche consiglio. Per rendere la vostra esperienza la migliore possibile. E, ovviamente, per tranquillizzarvi.

 

La scelta della destinazione

Per prima cosa fatevi un’idea delle aree che vi interessano di più, dal punto di vista della curiosità personale e delle competenze linguistiche, ovviamente. Ma anche in base ai progetti disponibili e alla vostra aderenza con la missione delle organizzazioni non governative che vi operino.

Quella del volontariato è un’esperienza molto impegnativa. Potete rendere al meglio se partite già da una buona base di vicinanza linguistica, culturale e di valori.

Questa regola, ovviamente, non vale per tutti. Se invece volete impegnarvi in una nuova sfida o – più semplicemente – imparare una nuova lingua, allora il discorso è inverso: buttatevi in un mondo nuovo e, per voi, inesplorato.

Ci sono, invece, coloro che decidono di intraprendere la strada del volontariato per iniziare a costruire la propria carriera: cooperazione allo sviluppo, attività sociali, professioni sanitarie. Insomma, privilegiate i progetti più aderenti al vostro percorso di studio e alle vostre aspirazioni professionali. La destinazione geografica è in secondo piano.

In generale, consigliamo di non concentrarsi su aree troppo specifiche e regioni circoscritte. Può capitare che i progetti non siano abbastanza o che i posti siano limitati. Puntate le vostre preferenze su macro aree e regioni più ampie. Magari dividendole, concettualmente, in base alla lingua.

 

Studiate la vostra destinazione

Una volta scelta la meta, l’associazione e il progetto e una volta approvata la vostra candidatura, è il momento di studiare. Dovete porvi queste domande:

  • Quali sono le lingue parlate?
  • Quali sono le religioni praticate?
  • Qual è la situazione politica?
  • Ci sono conflitti armati?
  • Qual è il clima?

Alcune informazioni utili le dà il sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it, soprattutto in merito alla sicurezza nelle zone a rischio.

 

I bagagli

Viaggiate leggeri, se possibile: un bagaglio. E seguite le indicazioni della vostra organizzazioni.

Per quanto le informazioni che vi verranno fornite possono essere dettagliate, gli imprevisti sono sempre possibili. Probabilmente vi capiterà di cambiare alloggio. Oppure di spostarvi continuamente. Non sarebbe molto comodo avere con sé numerosi bagagli, vero?

Leggeri, tuttavia, non significa sprovveduti. Se passerete 6 mesi in una regione molto piovosa, probabilmente lo spazio per le infradito può essere occupato da una k-way termico. Il piumino, invece, non vi servirà molto in Costa d’Avorio.

Cosa ?non deve mancare

  • Sacco a pelo.
  • Scarpe comode.
  • Indumenti impermeabili.
  • Zaino capiente.

Il tacco e i mocassini, probabilmente, non vi serviranno.

 

Organizzate tutto con largo anticipo

Spesso ci si lascia prendere dall’euforia e dall’organizzazione dei dettagli più futili. Con il rischio di dimenticare precauzioni pratiche, ma indispensabili, e trovarsi all’ultimo momento sommersi da burocrazia e commissioni.

Ad esempio:

  • Avete fatto un’assicurazione?
  • Siete in regola con i visti?
  • Avete cambiato parte dei soldi con la moneta locale?
  • Avete verificato la validità della vostra patente?

Risolvete queste grane il prima possibile, così da potervi concentrare sulla parte più divertente del viaggio.

 

Si parte!

Il momento dell’atterraggio è arrivato. Ora dovrete confrontarvi con questa nuova esperienza e muovervi in un ambiente nuovo.

  • Rispettate la cultura del posto. Siete dei volontari per dare una mano, ma non siete migliori. Vi troverete a contatto con culture, religioni e usanze differenti dalle vostre. Approfittatene per arricchire la vostra vita e non giudicate.
  • Adattatevi. Dalla cucina al pernottamento, il volontariato all’estero non è una vacanza in un resort.
  • Rimanete in contatto con i vostri affetti. Soprattutto nei progetti lunghi, vi capiterà di essere molto lontani da casa, per parecchio tempo. A volte può capitare anche durante feste o compleanni. La nostalgia può essere un fattore di difficoltà. Per questo, se ne avete possibilità, cercate una connessione skype con amici e parenti. Servirà per darvi la carica.

E, soprattutto, buon viaggio e in bocca al lupo!

 

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