Dal profit al non profit: come cambiare lavoro

È ancora diffusa l’idea che il mondo del non profit sia il fratello minore di quello corporate: stipendi più bassi, meno opportunità di carriera e pochi posti di lavoro.

Eppure, nel 2016, il bacino legato alla beneficenza negli Stati Uniti ha sfiorato i 400 miliardi di dollari. In Italia, invece, si stima che gli enti non profit generino ricchezza per un totale di 70 miliardi di euro e che circa un milione di lavoratori si impiegato nel terzo settore.

È chiaro, dunque, che si tratta di un mondo da prendere in seria considerazione, anche dal punto di vista della propria carriera. E sono diverse le motivazioni che potrebbero spingere un professionista a lanciarsi nel non profit. I lavoratori del terzo settore, inoltre, sono persone che vogliono essere motore di cambiamento, non solo per sé, ma soprattutto per gli altri.

Mercato in crescita e gratificazione personale, quindi, sono la spinta che potrebbe portarvi a scegliere di cambiare rotta: passando dall’universo aziendale a quello del non profit. Molti professionisti hanno già considerato questi motivi e si sono lanciati in una nuova carriera.

Se anche voi ci state pensando, proviamo a darvi qualche consiglio, su come adattare le vostre abilità.

 

Cambiate prospettiva

Le associazioni hanno bisogno di professionisti. Ma, al tempo stesso, sono alla costante ricerca di persone che condividano la mission e i valori che portano avanti. Le due dimensioni non sono separabili.

Se avete sempre lavorato in un’azienda, dovete mettervi in gioco come cittadini, prima ancora che come professionisti. Tuttavia, anche le associazioni operano in un contesto di mercato, anche se con scopi diversi. Hanno a che fare con i bilanci e la concorrenza.

Esatto, è meno semplice di quel che sembra.

 

Attitudini personali

Partite dalle vostre soft skills. Prima ancora di scavare a fondo sulle competenze acquisite nel vostro percorso di studi e nella vostra carriera, concentratevi su di voi.

Siete empatici? Avete uno spirito da leader oppure vi sentite più a vostro agio nell’eseguire compiti? Come reagite allo stress? Vi piace viaggiare? Perché volete cambiare settore?

Insomma, studiate voi stessi come persone, prima ancore che come professionisti. Questo vi permetterà di capire cosa avete da offrire e in che modo. E soprattutto vi permetterà di scegliere con cura il tipo di organizzazione che volete approcciare.

Se siete predisposti ad affrontare lunghe trasferte, allora il settore della cooperazione potrebbe fare al caso vostro. Altrimenti potrete puntare su onlus che operano nella vostra città.

Un’analisi verso voi stessi, i vostri bisogni e i vostri obiettivi, inoltre, vi permetterà di cogliere le vostre reali motivazioni e scegliere di conseguenza. Puntare su associazioni più piccole, potrebbe gratificarvi dal punto di vista personale, in quanto il vostro lavoro potrebbe fare la differenza in maniera tangibile. Lavorare per le grandi organizzazioni, invece, vi offrirà maggiori guadagni e possibilità di carriera.

 

Competenze specifiche

Addetto alla comunicazione, fundraiser o project manager? La vostra precedente occupazione è trasferibile nel mondo del non profit? Fino a che punto?

Ora è il momento di radunare tutte le vostre competenze specifiche e scegliere il ruolo adatto a voi. È chiaro che per alcuni ruoli, questo procedimento è più semplice. Alcuni settori, come marketing, comunicazione o amministrazione, possono rivelarsi più facili da approcciare, in quanto figure trasversali. Tuttavia, metodi e modalità possono variare molto da profit a non profit.

Essere social media specialist per un’azienda può essere molto diverso che svolgere la stessa attività per un’organizzazione. Cambiano gli obiettivi, ma anche il pubblico a cui ci si rivolge. E di conseguenza i contenuti da pubblicare. Lo stesso discorso vale per la rendicontazione e la gestione del personale. Insomma, non sottovalutate le differenze e non peccate di eccessiva sicurezza.

 

Studiate

Ora che avete fatto il punto su voi stessi, dovete mettervi al passo e aggiornarvi sul mondo che state per approcciare. Così come quando viaggiate, acquistate una guida sul paese che volete visitare, anche in questo caso iniziate a informarvi sul non profit e le sue caratteristiche.

Seguite le associazioni sul web, studiate come operano, acquistate manuali e frequentate corsi di formazione. Con un piccolo investimento potrete iniziare ad addentrarvi all’interno del vasto universo del non profit.

Ovviamente le risorse che dedicherete alla formazione, saranno proporzionate al tempo che avete a disposizione e dai vostri obiettivi: dall’autoapprendimento a master più strutturati, a voi la scelta.

E perché non dedicarsi a un po’ di volontariato? È sempre il metodo migliore per approcciarsi. Vi permetterà di creare una prima rete di contatti e apprendere la cultura giusta del non profit.

 

Candidatevi

È giunta l’ora di candidarvi a una posizione in un’onp.

Sistemate il vostro curriculum e scrivete una bella lettera motivazionale. Cercate di convincere i recruiter puntando sui vostri obiettivi, i risultati che volete raggiungere e le motivazioni personali. Mettete in risalto la vostra esperienza lavorativa, solo nei punti che possono essere trasferibili. Per voi, si tratta di una realtà completamente nuova: le esperienze passate non sono il vostro vero punto di forza.

Pronti al grande salto?

 

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