Come diventare cooperante internazionale

Ti piace viaggiare e approcciarti a culture diverse? Ti senti di condividere le tue esperienze per favorire lo sviluppo del Sud del Mondo? Hai un forte spirito di adattamento e voglia di imparare?

Allora hai una buona base attitudinale per diventare cooperante internazionale.

Ma attenzione, la volontà e la passione non bastano. La figura del cooperante è molto complessa e articolata. E soprattutto caratterizzata da una solida base formativa. Se tutto ciò non ti spaventa, proviamo a darti qualche consiglio su come arricchire le tue skills e intraprendere questa carriera.

Cosa fa il cooperante

Riassumendo, possiamo definirlo come un operatore che partecipa, gestisce o coordina progetti di sviluppo nelle aree economicamente deboli del Mondo. Ma già da una prima lettura si capisce che è una definizione troppo limitata, per una figura professionale che, nel corso degli anni, è diventata sempre più complessa e multidisciplinare.

Gli ambiti di intervento, infatti, sono molto ampi e variegati. Si va dalla difesa dei diritti umani, al sostegno delle economie locali. Dallo sviluppo urbano, all’educativa sociale. Anche le aree geografiche di intervento sono diverse: dall’Africa Sub Sahariana, alle periferie Est europee.

Insomma, più che parlare di cooperazione, forse è più corretto parlare di cooperazioni.

Tuttavia, le skills di base che un’aspirante cooperante deve sviluppare sono:

  • conoscere le lingue (inglese e almeno un’altra lingua a seconda dei progetti);
  • disponibilità a viaggiare e forte spirito di adattamento;
  • solida cultura umanistica;
  • flessibilità e rispetto per culture diverse dalla propria.

Formazione

È probabilmente l’aspetto più importante per la costruzione della propria professionalità. Innanzi tutto è indispensabile costruire una solida base teorica con percorsi universitari orientati. Alcuni esempi: Scienze internazionali, Cooperazione internazionale e sviluppoSviluppo e cooperazione internazionale. Ogni ateneo ha la sua denominazione, scandagliate i programmi formativi e scegliete il corso più adatto per voi.

Ora è il momento di stringere il campo. Volete operare nel settore socio-assistenziale? O preferite progetti in ambito tecnico?

Le figure ricercate sono moltissime e variano a seconda delle iniziative. I progetti possono richiedere diverse figure professionali: educatori, psicologi, antropologi, medici o ingegneri.

Vi consigliamo di arricchire la vostra formazione post laurea con percorsi mirati e settoriali. In questo senso, scegliete un master o una scuola di specializzazione che vi permetta anche di svolgere un periodo di stage e tutoring sul campo.

Spesso sono le stesse Ong a promuovere percorsi formativi volti a formare i cooperanti del futuro.

Esperienza

L’esperienza è un valore aggiunto. Aspettare di concludere il ciclo di studi prima di iniziare a operare, potrebbe rendervi meno competitivi rispetto ad altri candidati e penalizzarvi per le posizioni più appetibili. Vi consigliamo di affiancare la vostra attività formativa con periodi di lavoro sul campo.

Potreste partire con:

Servizio Civile: un’ottima opportunità per giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Potete partecipare a progetti della durata di un anno, in Italia o all’Estero, ricevendo un rimborso spese mensile e vitto e alloggio (nel caso in cui si scelga un progetto in un Paese straniero).

Servizio Volontario Europeo (SVE): si tratta di progetti finanziati dall’Unione Europea della durata variabile (da 2 a 24 mesi). Potete scegliere un bando già approvato e inviare la vostra candidatura. Oppure scegliere una delle tante organizzazioni del database europeo e concordare un progetto ex-novo da far approvare dalla commissione. Non sempre i progetti sono retribuiti, ma viene garantito un rimborso per il viaggio, vitto e alloggio e la copertura assicurativa. A volte il volontario può usufruire di un pocket money.

Volontariato: contattate un’organizzazione e proponetevi come volontario. In questo caso le condizioni variano a seconda della onlus e dei progetti. Vi consigliamo di proporvi a organizzazioni medio-piccole, per iniziare. E di candidarvi per brevi periodi, magari partecipando a più progetti nel corso del tempo. Potrebbe essere un buon modo per scoprire qual è la vostra strada!

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